Punti freddi della casa e muffe: una correlazione stretta

Introduzione

In un’ipotetica casa ideale come potremmo ritrovarci a vivere?

 

Sicuramente ci sarebbero degli ambienti uniformemente isolati, senza la presenza di aree scoperte o poco protette da sbalzi termici e fenomeni atmosferici che si verificano nell’ambiente esterno.

 

Nella realtà, conseguire questo obiettivo è pressochè impossibile, in quanto ogni edificio tende ad avere delle aree sensibili con prestazioni differenti.

 

Da questa disparità di prestazioni nasce il concetto di ponte termico.

 

Con esso ci riferiamo alle aree della casa più fredde rispetto alla media, a tutti gli effetti delle zone sensibili che necessitano di particolare attenzione.

 

Importante è sottolineare come la formazione dei ponti termici non avvenga in un’unica area della casa, ma possano essere presenti in zone anche molto diverse tra loro.

 

Vediamo alcuni esempi per spiegare meglio quest’affermazione

Alcuni esempi di ponte termico

Spigoli e serramenti

Un esempio su tutti è rappresentato dagli spigoli di un appartamento, le cui parti esterne presentano una superficie maggiore rispetto a quelle interne.

 

Cosa vuol dire questo? Che in questi punti avremo una maggiore superficie disperdente rispetto all’esterno!

 

Non dimentichiamoci che negli spigoli passano solitamente le strutture portanti dell’edificio, che:

  • risultano essere maggiormente conduttive;
  • portano maggiori probabilità di generare fenomeni di dispersione termica.

 

Un altro esempio è quello dei serramenti. Difatti, se nel punto in cui parete e serramento si incontrano:

  • non viene effettuata una buona connessione tra di loro;
  • non si effettua una buona coibentazione del muro,

questa zona tenderà ad essere più fredda rispetto alla media dell’edificio, portando alla formazione di un ulteriore ponte termico.

Intercapedini vuote

Anche la presenza di intercapedini vuote, ossia quelle parti presenti tra le mura perimetrali di un edificio, può incidere negativamente sulla presenza dei ponti termici.

 

Un caso interessante è quello nel quale si ha la presenza di un pilastro che risulta staccato dal muro interno a causa di un’intercapedine (che può essere del diametro di pochi millimetri, ma anche di parecchi centimetri).

 

Lo spazio in esso presente è chiaramente da considerarsi come un punto critico e un potenziale ponte termico che necessita di interventi di correzione ad hoc.

 

I più efficienti sono quelli che prevedono interventi per isolare termicamente l’intercapedine con l’utilizzo di apposite schiume isolanti ad alte prestazioni.

 

Queste consentono di riempire interamente il vuoto e minimizzare la presenza di correnti d’aria, causa dei noti fenomeni di dispersione termica.

Ponti termici e muffe: una correlazione solida

Le dispersioni termiche che si verificano in presenza di queste aree sensibili hanno la capacità di vanificare la capacità isolante dell’edificio.

 

Attraverso un’analisi termografica, che può essere eseguita con apposite termocamere, sarà facile riscontrare una differente temperatura tra le varie zone della casa.

 

In presenza di ponti termici, le pareti risulteranno essere più fredde rispetto al resto dell’edificio.

 

Da qui nasce un’importante correlazione tra ponte termico e presenza di muffe sulle pareti.

 

Difatti, dove la parete risulta essere inefficiente, si riscontreranno temperature più fredde rispetto alla media; conseguentemente a questo, si potrebbe verificare con maggiore facilità la proliferazione di muffe.

 

Non c’è da stupirsi di questo: la muffa è un fungo che necessita di acqua per proliferare, e questa può essere tratta soprattutto in ambienti più freddi, dove è presente un’elevata umidità relativa.

 

Non è necessario che il livello di umidità relativa sia pari al 100%, possono essere sufficienti anche valori più bassi, intorno all’80%, aggravati dalla presenza o meno di ricambi d’aria periodici.

 

Ostacolare la corretta circolazione dell’aria è quanto di più sbagliato si possa fare e contribuisce a favorire la proliferazione delle muffe.

Quali contromisure si possono effettuare?

Ecco perché, oltre a buoni interventi di isolamento termico che riescono a minimizzare i fenomeni di dispersione termica, è importante anche garantire sempre una corretta circolazione degli ambienti!

 

Questo serve a diminuire drasticamente le problematiche relative alla presenza di muffe, in ambienti con eccessiva umidità relativa dell’aria interna.

 

Una seconda soluzione è quella che prevede l’installazione in casa di appositi macchinari, come i sistemi di ventilazione meccanica controllata.

 

Si tratta di una macchina che consente di ottenere il ricambio d’aria durante ogni momento della giornata.

 

Tale ricambio risulta essere particolarmente efficiente, in quanto la VMC riesce a recuperare il calore contenuto nell’aria che viene espulsa, cedendolo all’aria in ingresso.

 

Di conseguenza si avrà un ricambio d’aria senza conseguire una perdita sensibile di calore nell’ambiente (cosa che si ha quando in inverno si aprono le finestre anche per pochi minuti di ricambio).

 

Un’altra contromisura che riteniamo essere utile, tanto per la questione delle muffe, quanto per le problematiche di dispersione termica, è la progettazione dell’edificio con appositi criteri di isolamento termico (e fortunatamente il settore edile oggi fornisce materiali assolutamente idonei allo scopo).

 

Qualora l’abitazione in questione fosse già costruita, è necessario puntare su interventi specifici, decisi con l’aiuto di un professionista del settore.

 

1 Coibentazione termica parete interna con schiume espanse isolanti

La coibentazione degli appartamenti consente non solo di minimizzare i ponti termici e le problematiche derivanti dalla presenza di muffa in casa, ma è anche un modo per riqualificare l’edificio dal punto di vista energetico.

 

Così facendo, garantiremo:

  • minori consumi energetici;
  • aumento del benessere termico percepito in ogni momento della giornata;
  • risparmi consistenti in bolletta;
  • una rivalutazione dell’immobile nel suo complesso, attestato con una nuova APE energetica che assegnerà una classe superiore alla precedente.

 

Considerando che sussistono numerose tipologie di materiale isolante in commercio e differenti modalità di coibentazione termica, ribadiamo il consiglio di affidarsi a esperti del settore e di far redigere loro un progetto energetico preventivo, così da valutare nello specifico:

  • quali obiettivi di riqualificazione si vuole raggiungere;
  • quanto potremo avvicinarci o addirittura superarli con l’uso di differenti tipologie di intervento e uso di materiali.