Ristrutturazione Casa: occhio all’amianto

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Nel nostro Paese, purtroppo, le fibre d’amianto sono ancora presenti in enormi quantità: basti considerare che si stima che ancora più di trenta milioni di tonnellate di questo materiale siano nascoste tra le mura delle nostre case.

Una quantità tale che, per poter arrivare alla bonifica completa, ci vorrebbero più di ottanta anni.

Un rischio ancora attuale

Sono già passati ventiquattro anni da quando l’utilizzo dell’amianto è stato vietato in Italia, eppure ancora oggi ben quattro mila persone ogni anno muoiono a causa di malattie correlate all’inspirazione delle fibre killer emanate da questa sostanza.

Fibre presenti non solo in edifici pubblici o impianti agricoli: basti pensare che per una generazione intera l’eternit era considerato il materiale ideale per costruire tantissimi ripari, persino le cucce per i cani erano difatti costruite con questo materiale.

Di conseguenza è facile immaginare che i già tragici numeri di mesotelioma maligno diagnosticati dal 1993 al 2012, ben ventuno mila, siano destinati ad aumentare di anno in anno.

Una diffusione capillare della sostanza killer

La stesura di un piano di bonifiche idonee è ormai da considerare emergenza nazionale, una emergenza che può toccare tutti nel nostro quotidiano, nel caso dovessimo decidere di iniziare la ristrutturazione di un immobile di nostra proprietà.

Basti pensare che nel 80% dei casi di ristrutturazioni di edifici, specialmente in ambito agricolo (quando si ha a che fare con capannoni o annessi agricoli), viene rilevata la presenza delle fibre killer.

Non solo nelle coperture esterne: l’amianto si può infatti trovare anche dentro le strutture, nelle tubazioni di tipo irriguo, in acquedotti e fognature. A volte anche in lastre che vengono poi ingenuamente riutilizzate, ignorando il reale pericolo in cui si può andare incontro procedendo in questo modo.

Come procedere in caso di ristrutturazione

Quando si progetta la ristrutturazione di una casa uno dei primi e principali obiettivi dovrebbe essere capire se l’amianto sia presente nell’edificio sul quale lavorare e in quali quantità. In che modo? Facendo campionamenti e sopralluoghi, e ponendo particolare attenzione ad esaminare locale per locale, non lasciando alcuna zona inosservata.

Assolutamente non fermarsi mai ad un esame solo visivo della stanza da ristrutturare: spesso infatti l’amianto può nascondersi dietro contropareti, all’interno degli sfiati e dietro a termosifoni e sfiati (lastre di amianto venivano difatti comunemente usate per isolare le pareti dietro queste fonti di calore).

Affidarsi ad esperti

Gli elevati costi derivanti dagli obblighi normativi in vigore relativi al corretto smaltimento di amianto, potrebbero portare i privati cittadini a decidere di procedere in autonomia con il suo smaltimento. In questo modo manufatti di piccole dimensioni contenenti la sostanza cancerogena potrebbero però essere rimossi o raccolti in modalità non corrette, con una conseguente esposizione al rischio di eventuali persone presenti ed in ogni caso dell’ambiente in generale.

É dunque di fondamentale importanza affidarsi per la bonifica amianto, nonostante gli elevati costi (in molte regioni ridotti grazie a decreti volti a semplificare l’intero processo di smaltimento amianto per i privati cittadini), a specifiche ditte autorizzate e iscritte all’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali.

Per agevolare il sostentamento di questi costi, nel corso del 2017 tutti i titolari di reddito d’impresa, indipendentemente dalla natura giuridica dell’azienda o dalla sua dimensione, hanno potuto godere di un bonus per poter sopperire ai costi della rimozione dell’amianto dalle loro aziende (dipende da regione e provincia).

Anche per i privati esistono contributi regionali e comunali a tal fine. Essi possono inoltre usufruire di incentivi fiscali per le ristrutturazioni delle abitazioni e possono ottenere le detrazioni fiscali per le spese sostenute per la bonifica dell’amianto (pari al 50% fino ad un tetto massimo di novantasei mila euro).